mercoledì 25 novembre 2009

Giornalismo geneticamente modificato...

Il mondo, si dice, è bello perché è vario... e la varietà è in qualche modo una condizione necessaria all'emergere di nuove specie, o di nuove idee.
Tutto l'evoluzionismo si basa sul fatto che, fra una grande varietà (casualmente generata) di "soluzioni" ad un problema,  la natura individua la soluzione migliore, o meglio la variante che meglio risponde a quel problema.
Ma ci sono dei casi in cui la varietà conduce all'aberrazione. È il caso, per esempio, delle migliaia di cellule tumorali che il nostro corpo crea (e per fortuna di solito distrugge) ogni giorno.
Oppure - perdonatemi il paragone un po' forte - produce dei giornalisti che del giornalista sembrano avere solo l'iscrizione all'albo, ma che hanno completamente perso (concedo il beneficio del dubbio) il senso del proprio lavoro e del proprio compito.
E, guarda un po' quando si dice il caso, molti di questi pseudo-giornalisti frequentano i bassifondi - paragone forse non altrettanto forte - del Giornale.
Quel Giornale fondato, e guarda ancora un po' il caso, da un maestro indiscusso del mestiere del giornalismo, Indro Montanelli, giornalista deontologicamente corretto.
Quel Giornale purtroppo oggi frequentato da gente come Farina, nome in codice Betulla, o dai Cirini Pomicini di turno.


Oggi, purtroppo, questo esempio di randello mediatico trasformato in quotidiano cartaceo - con vendite tra l'altro molto risibili - ha colpito ancora. E non nella persona del suo capo-randellatore Littorio Feltri, ma bensì nella più modesta figura di un giornalista della redazione genovese del Giornale. Tale Francesco Guzzardi.
Questo giornalista ha avuto "l'onore" di ricevere minaccee su carta intestata con stella a 5 punte.
Minacciato lui e minacciato anche il capo della redazione genovese.
Solidarietà a piene mani ai giornalisti coraggiosi che continuano le loro battaglie nonostante la minaccia brigatista "figlia di quella intolleranza beota di chi non ha argomenti né pensieri e dunque pericolosa. Mi auguro che siano solo esagitati senza costrutto alcuno" come hanno scritto i solidali.
Coraggiosi questi giornalisti. Davvero. E di quale argomento scabroso stavano trattando? Traffici di organi umani? Terrorismo? La precarietà del mondo del lavoro? No miei cari. Il coraggioso giornalista da anni scriveva dei disagi degli abitanti della Valbisagno, una zona del genovese che a detta del giornalista medesimo è paragonabile al terzo mondo. Il nostro coraggioso scrive: "come si fa a raccontare in due parole (o in un solo articolo) delle decine di persone costrette a vivere sulla sedia a rotelle e, soprattutto, costrette a non potere uscire di casa a causa del degrado dei marciapiedi, delle strade non asfaltate e delle auto parcheggiate sui marciapiedi. Impossibile non descrivere i disagi degli abitanti di San Gottardo a causa di frequenti scippi, risse e vigliacche angherie alle quali sono sottoposte mamme e bambini che frequentano i giardini pubblici per colpa degli extracomunitari che da anni bivaccano in zona. Indisturbati. Talmente tanti problemi da raccontare e denunciare per i quali ci vorrebbe, ogni giorno, una pagina intera del giornale".
Ovvio, il sottoscritto non sospetta neanche che il giornalista scriva di questi grandi problemi soltanto perché casualmente risiede nella Valbisagno.
Ma al lettore più attento non può non venire il sospetto che le Brigate Rosse (se mai ancora dovessero esistere) avrebbero problemi ben più pregnanti che minacciare un giornalista che denuncia le auto parcheggiate sui marciapiedi ed il disagio dei cittadini causati dai soliti extracomunitari rompicoglioni che se la prendono sempre con le mamme ed i bambini, e mai con un uomo vero come il nostro eroe.

P.S.: Dimenticavo. Il volantino delle BR lo aveva scritto e spedito lo stesso giornalista coraggioso e minacciato.

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