giovedì 19 novembre 2009

Corruzione...

In questi giorni è tornato alla ribalta (anche se temo sarà di breve durata) l'argomento corruzione. È stata pubblicata una classifica sulla corruzione percepita, e la posizione in classifica del nostro paese dovrebbe essere presa come una ultima chiamata... un ultimo campanello che dovrebbe suonare in maniera assordante, sfondare le coscienze, far incazzare tutti e spingerci all'ultimo disperato tentativo di risollevare le sorti di questo paese. Tutti. Rimboccandoci le maniche.Provo a spiegarmi meglio.
Prima di tutto diamo un'occhiata alla classifica.


Questa classifica è stilata da Transparency International, una associazione non-governativa (vuol dire che non è sponsorizzata da nessun governo) che combatte la corruzione a livello mondiale. Esiste dal '93 ed ha una autorevolezza mai smentita.


Non ci sono comunisti riciclati che complottano contro l'Italia. Né toghe rosse. Nada de nada. Ok?
Bene. Questa classifica indica la corruzione percepita nella pubblica amministrazione. Si misura quella percepita per il semplice motivo che la corruzione reale, essendo la corruzione un reato, è praticamente impossibile da misurare. E allora si ricorre allo stratagemma del misurare la percezione, incrociando più sondaggi fino ad ottenere un indice.
Come si legge questa tabella? La prima colonna indica la posizione in classifica generale. Il primo numero dopo il nome della nazione, che nel caso dell'Italia è 4,3 , è il voto (da 0,1 a 10) che abbiamo preso in materia di corruzione. Il secondo numero, che sempre nel nostro caso è 6, corrisponde al numero di sondaggi usati per giungere al voto. L'ultima colonna è una specie di margine di errore stimato. Transparency, dopo aver assegnato un voto, dice che il margine di errore di questa valutazione è compreso fra A e B. Nel caso dell'Italia la forbice è tra 3,8 e 4,9. Vuol dire che  siamo al 63° posto, ma i margini di errore considerati ci dicono che comunque il nostro range è tra il 52° ed il 70° posto. In ogni caso direi che non ce la passiamo bene. La cosa interessante, e che rende chiara la situazione, è guardare tutta la classifica. E rendersi conto che tutti quelli che sono i nostri paesi di riferimento (almeno in teoria) sono tutti nei primi 24 posti.
Qualche nome:  Germania, Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Giappone e Canada. Non sono paesi comunisti. Sono quelli che siedono con noi ai vari G8. Poi c'è l'Italia. Al 63°. E per chiudere il ritratto di famiglia, allargata, c'è la Russia. Al 146° posto.
Riguardiamo per un attimo questa fotografia.
In un consesso ad 8, ci sono sei invitati che si danno da fare per limitare in tutti i modi la corruzione nella pubblica amministrazione. Perché sanno che la corruzione è un male che genera altri mali. Blocca la concorrenza. Blocca la mobilità sociale (la possibilità che il figlio dell'operaio diventi dottore). Blocca il mercato. E rompe il patto di fiducia tra i popoli ed i loro governi. E questi sei si piazzano tutti nei primi 24 posti. La peggiore, guardacaso, è la Francia. E poi ci sono altri due ospiti. Uno è l'Italia, guidata dal capo della banda dei corruttori, sentenze alla mano. E l'altra è la Russia, guidata da un capo molto più pericoloso (gli ex-colonnelli del kgb non sono esattamente il tipo di uomini col quale ti piacerebbe avere a che fare). E guarda caso, il capo del nostro paese si dice grande e sincero amico di chi? Del capo (pericoloso) dell'unico paese peggiore di noi seduto al tavolo. Non vi dice nulla?
Ma ci rendiamo poi veramente conto dei danni che la corruzione ha imposto in questo paese? Io penso che il cittadino di strada lo intuisca appena appena. Ma si è ormai rassegnato al sistema. È l'ingranaggio Italia ad essere marcio. E la quasi totalità degli italiani potrebbe raccontare di almeno un episodio di corruttela o comunque di non trasparenza nella gestione della cosa pubblica. Siamo letteralmente sommersi dalla corruzione. È diventata come l'aria.
È in realtà un gas letale. Uccide la speranza di un mercato leale, che crea posti di lavoro. Uccide la speranza di una politica pulita, che è quella che decide della tua vita a volte in maniera decisiva (basti pensare alla sanità). Ammazza la mobilità sociale che, come dicevo prima, è la possibilità che anche la persona che non ha i mezzi economici possa realizzarsi e superare di molto la fascia di reddito dei propri genitori. Potrei fare mille esempi e non sarebbero ancora esaustivi.
Ma come la si combatte? Io ho un idea particolare in merito. La corruzione siamo noi. Così come il traffico per le strade siamo noi. Tendiamo ad additare sempre gli altri. Ma gli altri siamo noi. Siamo un popolo che da sempre preferisce delegare ad altri ciò che dovremmo fare tutti. Ed è per questo che, tristemente, l'Italia ha tanti martiri ed eroi. Civili. Non santi, né navigatori. Persone che hanno pagato con la vita (rievocando la tanto cara metafora del cristo in croce per l'espiazione delle colpe di tutti) la loro semplice onestà.
Ci siamo indignati, siamo andati ai funerali, e poi ci siamo detti "questa è la volta buona". Ma qualche giorno dopo, siamo tornati a cercare qualcuno a cui delegare l'espressione del nostro dissenso e del nostro disgusto. E abbiamo, ancora una volta, abdicato al nostro dovere civile. Che è semplicemente fare bene quello che facciamo. C'è una frase di Giovanni Falcone che mi ha colpito tantissimo. E non la cito per citare lui, ma per il significato semplice e dirompente di questa frase. Leggetela attentamente. E provate ad immaginarla. Può sembrare un utopia. Ma in realtà basta una buona maggioranza di cittadini.

"Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere".  Giovanni Falcone.

Cominciamo noi a rifiutare i favori, le raccomandazioni, i piccoli sotterfugi.
E a quelli che hanno ormai questa macchia chiedo un solo favore. Non votate. Non dovete votare se avete ancora un briciolo di dignità. Lo dico a tutti quelli che hanno ottenuto un posto di lavoro con la raccomandazione di un politico, a quelli che hanno ottenuto appalti pagando tangenti e a tutte quelle persone che in cuor proprio hanno ottenuto qualcosa sapendo che i modi per ottenerla non erano leciti. Per una quindicina d'anni rinunciate volontariamente a votare. La società sana, che ancora c'è, potrebbe finalmente avere modo di ripulire questo paese, e fare entrare aria nuova dalle finestre.

Nessun commento:

Posta un commento